Munari, Bruno
 
Date e luoghi
Milano, 24 ottobre 1907 - Milano, 30 settembre 1998
 
Note biografiche o storia istituzionale
Trascorre l'infanzia nel Polesine, dove i genitori gestiscono un albergo. Nel 1926 è a Milano ed entra nello studio di uno zio ingegnere. In quegli stessi anni entra in contatto con Escodamè che gli fa conoscere il movimento futurista e le opere di Balla e Prampolini. Nel 1927 espone un'opera, «L'elefante», nella collettiva «34 pittori futuristi alla galleria Pesaro. L'inserimento a tutti gli effetti nell'ambito del futurismo è dimostrato del resto dalla presenza dell'artista alle maggiori esposizioni tra i rappresentanti del gruppo, come avviene alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e altre collettive a Mantova (1928), a Parigi (1930, 1932), a Milano. La sua attività artistica non si limita alla pittura, ma si rivolge anche ad assemblaggi polimaterici, collage e operazioni grafiche. Le sue opere di pittura, accostabili all'aeropittura, mostrano interesse anche per la figura umana, e ricevono impulsi anche dalla metafisica e dal surrealismo. Si consacra alla grafica pubblicitaria e scopre la fotografia d'avanguardia studiando l'opera di Man Ray. Esegue fotogrammi per impressione diretta creando paesaggi onirici e poetici. Esercitandosi in seguito nel fotocollaggio e fotomontaggio realizza opere isirate ai modelli di Max Ernst e M. Berman. Verso la fine degli anni '40 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta) che funge da coalizzatore delle istanze astrattiste italiane prospettando una sintesi delle arti, in grado di affiancare alla pittura tradizionale nuovi strumenti di comunicazione ed in grado di dimostrare agli industriali la possibilità di una convergenza tra arte e tecnica.
 
Unità archivistiche
15 unità>>