Selva, Attilio
 
Note biografiche o storia istituzionale
Dopo i primi studi alla scuola Industriale si trasferisce a Milano dove lavora come scalpellino, poi a Torino. Entra nell'atelier di Leonardo Bistolfi e si lega d'amicizia con Felice Carena (1905). Due anni dopo vince a Trieste il Premio di Roma e si trasferisce nella capitale, dove tiene lo studio a Villa Strohl-Fern sino alla fine degli anni Venti. Alla base del suo lavoro è lo studio della scultura romana e rinascimentale come della statuaria egiziana; la personale di Mestrovich all'esposizione di Roma (1911) non è senza conseguenze per il suo lavoro, ma le suggestioni simboliste sono presto superate in chiave di "ritorno all'ordine" novecentista, di cui Selva è considerato un precursore. Espone alla Secessione del 1915, e nel 1918 a una mostra internazionale d'arte a Zurigo. Nello stesso anno la partecipazione all'esposizione alla Casina del Pincio ne decreta il successo. Nel 1919 si reca in Egitto per alcune commissioni governative; numerosi i monumenti eseguiti fra le due guerre, fra i quali quello a Guido Baccelli (1921) e la Fontana delle Cariatidi a piazza dei Quiriti (1928), entrambi a Roma; la Pietà per la cattedrale di Tripoli (1928); il monumento a Oberdan a Trieste (1931) e quello a Nazario Sauro a Capodistria (1934). Partecipa a tutte le maggiori manifestazioni artistiche dell'epoca. Fu anche presidente dei Comitati esecutori e promotori della Rassegna d'Arti figurative e d'Architettura della Venezia Giulia e della Venezia Tridentina
 
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