Pittore, scultore e animatore del gruppo futurista Savarè.
Corrado Forlin, scalpellino autoditatta, entra in contatto col mondo futurista dopo la lettura di "Pittura e scultura futuriste" di Umberto Boccioni assorbendone soprattutto il messaggio interventista e polemico nei confronti di ogni manifestazione passatista.
Nel 1936 con Italo Fasullo fonda a Monselice il gruppo Savarè, in onore di un semisconosciuto poeta futurista caduto in Etiopia all'inizio delle ostilità. Nel settembre del 1936 il gruppo allestisce la sua prima mostra a Monselice, punto strategico tra l'Emilia e la zona del padovano. Forlin ha costante bisogno della guida e dell'approvazione di Marinetti, il cui pensiero è la spina dorsale del gruppo; ciò è evidente dal dattiloscritto programmatico "Primo Gennaio 1937-XV" - firmato sia da Forlin che da Fasullo - in cui proclamano l'intento di "scuotere l'apatia, l'incomprensione, di Padova e in genere del Veneto, la regione più refrattaria ad ammettere che per la vita dell'arte è necessario non ignorare il Futurismo".
Già in ottobre e sempre a Monselice è inaugurata la II Mostra di Aeropitture di Guerra e Forlin avvia una collaborazione con "Veneto Sera", "Il Polesine fascista" e il "Corriere Padano", per quest'ultimo in particolare scriverà alcuni pezzi come corrispondente da Monselice e dalla Biennale di Venezia. Si impegna anche nell'organizzazione della serata futurista dell'11 maggio 1937 a Monselice a cui è atteso l'immancabile Marinetti che questa volta declina l'invito ma si premura di assicurare la propria presenza per l'inaugurazione di ottobre Da Monselice Forlin intrattiene una fitta rete di rapporti che portano l'adesione al gruppo di Riccardo Averini, dei fratelli Rolando e Onofrio Dainese, di Walter Ganzaroli, Emilio Buccafusca, Rino Stoppele, Gaetano Pattarozzi e Ugo Veronesi; alcuni di questi firmano anche il "Manifesto futurista agli studenti d'Italia e del Mondo" (1938) che se pur redatto con spirito goliardico ribadisce gli ideali di dio, patria, individualismo, guerra, estetica della macchina... di chiara matrice marinettiana. Forte dell'entusiasmo della giovinezza nel 1938 Forlin organizza due serate futuriste, la prima a Monselice e la seconda nel teatro di Adria,nelle quali affianca Marinetti e Crali nella declamazione di parole in libertà.
Nel febbraio del 1938 Forlin partecipa a una mostra milanese, occasione in cui entra in contatto con Manuel Gatti con cui dà inizio ad una collaborazione con la neonata rivista "Cine Teatro" che nei progetti di Forlin doveva divenire l'organo di diffusione delle idee e delle manifestazioni del gruppo ma che a breve si rivela un esperimento fallimentare. Il direttore, Gatti appunto, si aspetta dal gruppo delle sovvenzioni che non arrivano mai e che lo costringono a modificare l'impostazione della rivista, virando verso argomenti più accattivanti come il cinema e il teatro.
Grazie ai contatti di Marinetti e Pattarozzi, Forlin è attivo anche in Sardegna: nel giugno del 1939 inaugura a Cagliari la VI mostra del gruppo Savarè, dipinge alcune tele con soggetto la neonata città di Carbonia e collabora con "Mediterraneo futurista". Sempre nel 1939 tenta, ma senza successo, di trovare un impiego a Roma per poter seguire più da vicino le attività di Marinetti.
Forlin dà al gruppo un forte impulso politico a sostegno del regime, fa opera di volantinaggio per l'arruolamento, poiché "un'arte politica impegna l'artista alla grandezza della visione che deve trasfigurare, lo vuole partecipe, lo immedesima e lo inspira".
Nel 1940 firma il "Manifesto dell'Ardentismo in pittura", testo programmatico della propria idea di arte. La partecipazione a mostre di visibilità nazionale fornisce sia a Forlin che al gruppo l'opportunità di una maggiore visibilità: egli infatti è presente alle Biennali del 1938, 1940 e 1942, con presentazione in catalogo di F.T. Marinetti, alle Quadriennali romane del 1939 e del 1943 e alla III Mostra del sindacato nazionale fascista di belle arti a Milano (1941).
Forlin è il vero animatore del gruppo Savarè e non manca ad alcuna delle mostre: dalla I alla III (1936, 1937, 1938) a Monselice, alla IV ad Adria (1938), poi alla VII di nuovo a Monselice (1940), all'VIII a Padova (1940), alla IX a Ferrara tra il 1940 e il 1941 e alla X a Milano nel 1941. La sua attività teorica si chiude con la pubblicazione di "Futurismo Ardentismo Forlin" (Padova 1941) e la fondazione della Centrale futurista di Monselice (1942) con l'ambizioso progetto di inviare sui campi di battaglia dei vari fronti le pubblicazioni futuriste. Il progetto ha da subito seri problemi economici e soffre dell'assenza del suo promotore: la Centrale infatti fallisce completamente quando nel 1943 Forlin è inviato sul fronte russo e qui dato per disperso. |