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Miozzo, Gino |
Date e luoghi |
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1898 ottobre 18 - 1969 ottobre 20 Nato a Padova il 18 ottobre 1898, morto a Padova il 20 ottobre 1969..Trascorre gli anni giovanili a Padova; frequenta l'Accademia di belle arti a Venezia. Nella seconda metà degli anni Venti risiede per due anni a Roma. A partire dagli anni 1927-28 rientra a Padova. |
Note biografiche o storia istituzionale |
Professore di disegno architettonico, architetto. Frequenta la Regia accademia di belle arti di Venezia, conseguendo nel 1923 il diploma di professore di disegno architettonico. Resta per un breve periodo nell'ambiente dell'Accademia veneziana. Successivamente vive a Roma per almeno due anni. Rientrato a Padova, partecipa negli anni 1927-1928 ad alcuni concorsi progettuali: vince quello per il palazzo del Consiglio provinciale dell'economia e dell'Istituto nazionale assicurazioni di Padova, che viene realizzato in piazza Spalato. Partecipa inoltre al concorso per la cattedrale di La Spezia. Consegue il titolo di architetto "per meriti particolari" in base al Regio decreto n. 2145 del 22 ottobre 1927. Nel 1928 si iscrive all'albo degli architetti. Nel dicembre del 1929 elabora un progetto, in collaborazione con Francesco Mansutti, per partecipare alla IV Triennale di Monza. E' l'inizio di un sodalizio professionale che si concluderà solo alla fine degli anni Sessanta con la morte dei due architetti. All'insegna del razionalismo architettonico i due professionisti partecipano con le loro opere agli eventi espositivi più significativi degli anni Trenta. Aderiscono al Miar (Movimento italiano per l'architettura razionale) e, dal 1932 al 1937, lavorano assiduamente per l'Opera nazionale Balilla, realizzandone le sedi per varie città d'Italia. Nel dopoguerra continua l'attività dello studio associato con interventi prevalentemente indirizzati all'area veneta, da Castelfranco a Rovigo: in particolare, il lavoro di inventariazione del fondo ha messo in evidenza l'apporto massiccio dato alla trasformazione della città di Padova, con la ricostruzione di interi isolati in centro storico, la nascita di nuovi quartieri popolari, la progettazione dell'ospedale. Si sposa con Annamaria Frimmel. Fondamentale il sodalizio professionale iniziato alla fine degli anni Venti e proseguito fino alla fine degli anni Sessanta con l'architetto Francesco Mansutti, con il quale dà vita allo studio associato "Architetti F. Mansutti G. Miozzo". E' Gino Miozzo, anche grazie ai contatti nati nel corso del soggiorno romano, a divenire per primo tra i due un interlocutore dei razionalisti italiani, è a lui che Adalberto Libera scrive nel novembre del 1930 per la costituzione di un Gruppo Veneto ed è a lui che scrivono di preferenza le riviste di punta che nei primi anni '30 pubblicheranno le opere dei giovani architetti padovani. |
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