CENSI, Giannina
 
Date e luoghi
1913 gennaio 25 - 1995 maggio 5
Nata a Milano, morta a Voghera. Risiede a Milano; nel 1965 si trasferisce a Voghera.
 
Note biografiche o storia istituzionale
Ballerina e maestra di danza. A partire dal 1926 studia danza privatamente con la maestra A. Gini, insegnante alla Scala di Milano, seguendo il metodo di E. Cecchetti. Nel 1929 esordisce nelle rappresentazioni classiche dell'Alcesti di Euripide e del Mistero di Persefone di E. Romagnoli, dirette dallo stesso Romagnoli e messe in scena al Teatro Licinum di Erba dal corpo di ballo di J. Ruskaja. Nello stesso anno si cimenta anche nella coreografia - sperimentando un nuovo tipo di danza più espressivo rispetto ai canoni della danza classica - nel poema lirico "Stelle" di P. Karr e ne "La danza degli spiriti delle vette", da lei interpretati al palazzo Carducci di Como. Nel 1930 si reca a Parigi dove frequenta i corsi di danza classica tenuti dalla russa L. Erogova ed entra in contatto con il flamenco e la danza indiana di U. Shankar. Negli anni 1930 - 1934 diventa interprete di primo piano nelle esibizioni di danza futurista "disarmonica, sgarbata antigraziosa, asimmetrica ..." , ossia di aerodanza, basata - secondo E. Prampolini - "sulla concezione volumetrica dello spazio per imprimere con movenze e pose plastiche le sensazioni e i paesaggi aerei in volo", strettamente connessa alle espressioni artistiche dell'aeropoesia e dell'aeropittura. Il 14 marzo 1930 nel corso della serata futurista tenuta al Castello Sforzesco di Milano, interpreta le pantomine futuriste "Oppio" e "Grottesco meccanico", scritte e recitate da F. Gioia su musica, rispettivamente, di G. F. Malipiero e di P. Mangiagalli. Tra il 28 maggio e il 16 giugno 1931 partecipa alla turnée teatrale futurista "Simultanina" - su opera scritta da F.T. Marinetti -, che tocca ventotto città d'Italia; il 31 ottobre dello stesso anno si esibisce alla Galleria Pesaro di Milano, in concomitanza con la Mostra di aeropittura e scenografia futurista, danzando senza base musicale al ritmo della sola parola, inguainata in un avveniristico ed essenziale costume in raso lucido (simil-alluminio) disegnato da E. Prampolini. Altri spettacoli dello stesso tenore si tengono l'anno successivo in occasione di vernici e di serate futuriste, al Cinema Garibaldi di Padova (10 febbraio) e al Circolo artistico di Trieste (primo aprile). Ancora il 12 giugno 1934 interpreta al teatro sperimentale "Convegno" di Milano i poemi di Fortunato Depero "Il vento" e "Macchina monella". Negli stessi anni la Censi non abbandona comunque gli spettacoli più tradizionali, amati dal vasto pubblico, con "Le danze della Jungla" (Teatro municipale di Piacenza, 5 aprile 1930), il "Mefistofele" di A. Boito (Teatro Massimo di Alessandria, 26 novembre 1930) e "Un sogno" di Weber (Teatro Arcimboldi di Milano, 5 dicembre 1930); nel 1933 è scritturata da P. Mangiagalli del Teatro San Carlo di Napoli per la parte di Pierrot nell'opera lirica "Il Carillon magico"; nello stesso anno è interprete e coreografa dell'Alceste di Euripide, diretto da E. Romagnoli al Littoriale di Bologna e dei "Grandi balletti" di G. Adami, alla Fiera campionaria di Padova. Negli anni 1934 - 1935 è impegnata nel teatro leggero, con le compagnie di A. Maresca e A. Fineschi, a fianco di W. Osiris e R. Billi. Nel 1936 una lesione al menisco blocca le sue esibizioni per alcuni anni, fino a quando, nel dopoguerra si dedica all'insegnamento della danza nelle scuole di Sanremo, di Milano, di Genova (dal 1954 e fino al 1980) e di Voghera (dal 1960 fino ai primi anni '90). Il ritorno dell'interesse della critica per l'esperienza futurista, la vede coinvolta, a partire dagli anni Settanta, in esperienze di studio e recupero della danza futurista, come il "Programma di danze futuriste" rappresentato nel 1979 alla Galleria d'Arte "Il Brandale" di Savona, in collaborazione con le sue allieve; la sua figura è presente nello stesso anno alla mostra di New York dedicata alle donne dell'avanguardia italiana tenuta dal "Center for italian studies" della Columbia University, a cura di M. Bentivoglio; nel 1994 è consulente per le aerodanze nello spettacolo di P. P. Koss "W la macchina e lo stile d'acciaio", tenuto alla seconda Biennale di danza di Charleroi in Belgio. Figlia di Carlo Censi, compositore e professore di musica al Conservatorio e di Carla Ferrario, pianista e cantante. Ebbe un figlio Cristiano Censi, nato nel febbraio del 1934, attore, regista e scrittore. Con i genitori - morti rispettivamente nel 1963 e nel 1967 - mantenne un rapporto vivo e costante, così come con il figlio.
 
Fonti e note alla scheda
La scheda è stata realizzata sulla base delle informazioni raccolte dalle seguenti fonti:
Fonti archivistiche:
Museo di arte moderna contemporanea di Trento e Rovereto, Fondo Giannina Censi (1910-1995)
Bibliografia:
Belloli, C. "Giannina Censi negli anni Trenta danzava la poesia futurista". In: "La Martinella", genn.-febbr. 1976
Vergine, L. "L'altra metà dell'avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche", Milano: Mazzotta, 1980 (II ed., Milano: Il Saggiatore, 2005, pp.150-151)
Bentivoglio, L. "Danza e futurismo in Italia. 1913-1933". In: "La danza italiana", Theoria 1, autunno 1984.
Majocchi, A. "La danza futurista". In: "Futurismo Oggi", maggio-luglio 1988.
Majocchi, A. "Giannina Censi in Simultanina". In: "Futurismo Oggi", nov.-dic. 1988.
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Berghaus, G. "Danza futurista:Giannina Censi". In: "Dance Theatre Journal", Summer 1990.
Berghaus, G. "Dance and the Futurist Woman". In: "Dance Research", Oxford University Press, vol.XI, n.2, Autumn 1993
Bonfanti, E. "Il corpo intelligente: Giannina Censi", Torino: Il Segnalibro, 1995.
Bentivoglio, M. "I.From Page to Space", pp.1-78. In: M. Bentivoglio, F. Zoccoli, (a cura di) "The women artists of Italian Futurism. Almost lost to history", New York: Midmarch arts press, 1997, pp.43-51.
Vaccarino, E. (a cura di) "Giannina Censi. Danzare il futurismo", Milano: Electa, 1998
Barillari, D. "Censi Giannina". In: Godoli, E. (a cura di) "Il Dizionario del Futurismo". Firenze: Vallecchi, 2001. pp 252_253.

Scheda a cura di Stefania Donati, 14 giugno 2002; aggiornamento di Paola Pettenella, 2009.
 
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