SEVERINI, Gino
 
Date e luoghi
1883 aprile 7 - 1966 febbraio 26
Nato a Cortona (Ar), morto a Parigi.
 
Note biografiche o storia istituzionale
Pittore, critico d'arte. Severini trascorre la propria infanzia a Cortona, dove frequenta la scuola locale fino all'età di 15 anni. Nel 1899 si trasferisce a Roma: interessato all'arte e alla pittura, lavora di giorno come contabile e frequenta nelle ore serali la scuola di disegno agli Incunabili, diretta da Sabbatè. Il sostegno economico di Monsignor Passerini di Cortona, gli permette di abbandonare il lavoro e di frequentare per alcuni anni la scuola d'arte di San Giacomo. Nell'ambiente "bohémien" romano entra in contatto con il giovane U. Boccioni; entrambi frequentano lo studio di G. Balla, di recente tornato da Parigi, che li inizia al postimpressionismo e alla tecnica divisionista. Partecipa nel 1903 e nel 1904 alla mostra romana "Amatori e cultori", alla quale non viene accettato l'anno successivo; con l'amico Boccioni organizza per protesta la "Mostra dei rifiutati". Nello stesso 1905 si reca per alcuni mesi a Firenze dove esegue alcune copie di capolavori conservati agli Uffizi. Nel 1906 si trasferisce a Parigi, interessato alle opere degli impressionisti. Contattato da Boccioni, aderisce nel febbraio del 1910 al "Manifesto della pittura futurista" e al successivo "Manifesto tecnico della pittura futurista" (aprile 1910). Elabora autonomamente il manifesto "Le analogie plastiche del dinamismo futurista", pubblicato diversi anni più tardi. Solo nel 1911 incontra a Milano il gruppo dei futuristi capeggiato da F.T Marinetti. Con il suo tramite si compie, nell'autunno dello stesso anno, il viaggio a Parigi di U. Boccioni, C. Carrà, L. Russolo e F.T. Marinetti. Nella sua adesione al futurismo, Severini si manterrà sempre - sia stilisticamente che dal punto di vista organizzativo - in una posizione piuttosto autonoma, fungendo in ogni caso da tramite tra il Movimento e la capitale francese. Partecipa alle numerose collettive futuriste, tra cui quella tenuta a Parigi nel febbraio del 1912 alla Galleria Bernheim-Jeune, poi ripresentata nelle maggiori capitali europee. L'anno successivo si tiene a Londra la sua prima personale alla Marlborough Gallery. A partire dal 1916 si distacca progressivamente dal futurismo approfondendo i suoi legami stilistici con il cubismo, di cui valorizza la componente realista; dal punto di vista teorico si dedica agli studi scientifici e matematici, tentando di applicarne i principi di ordine e disciplina anche ai suoi dipinti. Alla fine dello stesso anno conosce il mercante d'arte L. Rosenberg, titolare della galleria Effort Moderne. Espone in questo periodo in collettive accanto a P. Picasso, A. Derain, A. Modigliani, J. Lipchitz, J. Villon e altri. Nel 1921 pubblica il saggio "Du Cubisme au Classicisme". La frequentazione di L. Rosenberg gli vale, tra le altre cose, la commissione per un ciclo decorativo al castello Montegufoni di Firenze (1921-1922). A partire dai primi anni Venti si riavvicina alle problematiche religiose e si accosta alle teorie neoscolastiche del filosofo cattolico J. Maritain. L'incontro con l'architetto cattolico F. Dumas gli permette di ottenere altre commissioni decorative nelle chiese svizzere di Semsales (1924-1925), di La Roche (1927-1928), di Tavannes (1930), di Saint-Pierre (1931-1932), e di Notre Dame du Valentin a Losanna (1933-1934). Nel 1930 partecipa alle mostre del Novecento italiano di Buenos Aires e di Berna. Nel 1933 decora a Milano, accanto a M. Sironi, A. Funi, G. De Chirico e M. Campigli, un salone del Palazzo dell'Arte destinato ad accogliere la V Triennale. Altri cicli decorativi, realizzati in gran parte con la tecnica musiva, gli sono commissionati per il Palazzo di giustizia a Milano e per il Palazzo delle poste ad Alessandria (1937-1938); per l'Università di Padova (1937-1941); per il Foro Mussolini (a piazzale dell'Impero e alla Palestra del Duce, 1937); per la fontana del Palazzo degli uffici all'E42 (1939); per il Palazzo delle Poste di Alessandria (1940-1941); per la sala delle lauree di Giurisprudenza presso l'Università di Padova (1941); a Cortona, (1945) dove realizza una Via crucis; per l'Università di Friburgo e per la chiesa dei Cappuccini di Sion (1948-1949). Dal 1952 al 1957 fonda e dirige a Parigi una scuola di mosaico. Nel 1953 realizza in collaborazione con altri artisti un grande dipinto per il Palazzo dei Congressi di Roma nel corso dell'Esposizione internazionale di agricoltura. L'anno successivo decora gli uffici romani della compagnia aerea KLM e degli uffici parigini dell'Alitalia. Continua negli anni il suo ruolo di tramite tra ambiente artistico italiano e francese e si infittisce la sua attività espositiva: oltre alle numerose personali partecipa alle Quadriennali romane del 1930, 1935, 1939, 1943, 1955-56, 1959-60 (anno in cui riceve a Roma il Premio nazionale delle arti), 1965; alla Biennale di Venezia del 1930, 1932 (nella sala dedicata agli "italiani a Parigi", mostra di cui cura il catalogo), 1948, 1950, 1952, 1960. E' presente alla mostra "Cubism and abstract art" tenuta nel 1936 a New York al Museum of modern art e nel 1950 al Kunsthaus di Zurigo all'esposizione su "Futurismo e pittura metafisica". Collabora con articoli e saggi di critica artistica con varie riviste, tra cui "L'Ambrosiano", "Valori plastici", "Quadrivio". Pubblica nel 1935 la raccolta di scritti "Ragionamenti sulle arti figurative", nel 1944 una monografia su H. Matisse e il saggio "Arte indipendente, arte borghese, arte sociale"; nel 1946 esce per le edizioni Garzanti la sua biografia "Tutta la vita di un pittore". Tra le sue passioni quella del teatro, dove si cimenta in più occasioni come scenografo. Figlio di Antonio Severini e Settimia Antonini. Nell'agosto del 1913 sposa Jeanne Fort, figlia del poeta Paul Fort. Nel 1915 nasce la figlia Gina e nel 1937 Romana. Il figlio Jacques, nato nel 1927 muore nel 1933. Severini instaura solidi rapporti di amicizia in primo luogo con Boccioni, con il quale inizia la sua avventura artistica; per entrambi sarà fondamentale la relazione con Balla, loro primo maestro. Più contrastato il rapporto con Marinetti con il quale non ha una piena sintonia. Nella cerchia degli amici del primo periodo romano rientrano gli artisti Prini, D. Cambellotti, Greiner, Basilico, con i quali Severini condivide l'interesse per il socialismo umanitario e per le letture filosofiche. Nel periodo parigino entra in contatto e stringe amicizia con altri giovani artisti italiani, tra cui A. Modigliani, A. Bucci, G. Cominetti, G. Baldo. Conosce in seguito G. Braque, R. Dufy, S. Valadon, il figlio Utrillo e il compagno Utter - che divengono, tra l'altro, suoi vicini di casa - nonchè P. Picasso, J. Gris, i poeti G. Apollinaire e P. Fort. Significativo dal punto di vista professionale, il rapporto con il mercante d'arte L. Rosenberg e fondamentale per la sua vita di artista, ma anche di uomo, l'amicizia e il sodalizio culturale con il filosofo J. Maritain. Ha contatti con E. Prampolini, L. Folgore e con l'architetto G. Ponti. Nella seconda metà degli anni quaranta è un punto di riferimento per gli artisti del gruppo Forma 1, tra cui C. Accardi, P. Dorazio, A. Perilli.
 
Fonti e note alla scheda
La scheda è stata realizzata sulla base delle informazioni raccolte dalle seguenti fonti:
Fonti archivistiche:
Museo di arte moderna contemporanea di Trento e Rovereto, "Fondo Gino Severini".
Bibliografia:
- Severini, G. "La vita di un pittore". Milano: Edizioni di Comunità, 1965
- Fagiolo dell'Arco, M., Fonti, D. "Gino Severini". Milano: Philippe Daverio, 1982
- Barilli, R. (a cura di) "Gino Severini". Firenze: Electa, 1983
- Fonti, D. (a cura di) "Gino Severini: catalogo ragionato", Milano: Mondadori, 1988
- Damigella, A. M. "Severini Gino". In: Godoli, E. (a cura di) "Il Dizionario del Futurismo". Firenze: Vallecchi, 2001. pp 1064-1070
- Belli, G. Fonti, D.(a cura di), "Gino Severini (1883 - 1966)", cat. mostra, Milano: Silvana editoriale, 2011
- De Marco, G., "Biografia di Gino Severini". In "Fondo Severini. Inventario", a cura di G. De Marco e P. Pettenella, Rovereto: Mart - Egon, 2011, pp.23-95
- Radin, G. (a cura di) "Correspondance Gino Severini Maritain (1923-1966)", Collana Documenti del Mart 14, Firenze: Mart-Olschki, 2011 (ora anche in italiano: "Il carteggio Gino Severini Jacques Maritain (1923-1966)")

La scheda è stata compilata da Stefania Donati in data 26 giugno 2002 e aggiornata da Paola Pettenella nel 2011
 
Fondi archivistici
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