THAYAHT
 
Date e luoghi
1893 agosto 21 - 1959 aprile 29
Nato a Firenze, morto a Marina di Pietrasanta. Nel 1915 soggiorna a Parigi e nello stesso anno rientra a Firenze. Si registra una seconda permanenza a Parigi nel 1918 per seguire i corsi all'Académie Ranson. L'anno successivo torna a Firenze e nell'agosto del 1921 si reca negli Stati Uniti, prima a Boston, poi a Cambridge nel Massachussets, per completare la sua formazione all'università di Harvard. Dalla metà degli anni Trenta si trasferisce stabilmente a Marina di Pietrasanta (Lu). Nato a Firenze il 21 agosto 1893, morto a Marina di Pietrasanta (Lu) il 29 aprile 1959
 
Note biografiche o storia istituzionale
Pittore, scultore, designer, scenografo. Discende da un'agiata famiglia di origini anglo-svizzere e trascorre l'infanzia nella residenza fiorentina di via Benedetto da Foiano, accanto all'austera Villa Ibbotson, nei pressi di Poggio Imperiale. Indirizzato a una formazione classica, consegue la licenza ginnasiale nel 1911 e prosegue gli studi iscrivendosi all'Istituto tecnico, scegliendo un percorso scolastico di carattere tecnico-scientifico, più consono alle sue naturali inclinazioni. Consolida la sua formazione la frequentazione dello studio di Filippo Marfori Savini, pittore xilografo e acquafortista e della scuola, attiva fin dal 1906 al Castello del Diavolo, del pittore americano Julius Rolshoven, celebre ritrattista. Verso la fine del 1918 segue inoltre un corso presso l'Académie Ranson di Parigi, mentre nel 1921 si iscrive ai corsi di teoria del disegno puro del professore americano Denman Ross all'Università di Harvard e segue le ricerche di simmetria dinamica di Jay Hambridge. Accanto alla formazione artistica coltiva studi eclettici, approfondisce la conoscenza della filosofia bergsoniana e incomincia a manifestare interesse per le dottrine esoteriche e la teosofia di Claude Bragdon. Thayaht esordisce come pittore intorno al 1915-16, ma una grave malattia epatica e interventi chirurgici alla gola interrompono per circa tre anni ogni attività artistica. Si riaffaccia sulla scena nel 1918 con una mostra personale nello studio fiorentino in Lungarno Guicciardini. Nello stesso anno, come già detto, si reca a Parigi, dove entra in contatto con gli ambienti artistici d'avanguardia e dove più tardi avvia l'attività stilistica per la celebre casa di moda di Madeleine Vionnet. Thayaht, tra i primi giovani disegnatori chiamati a collaborare con la Maison Vionnet, realizza tutta l'immagine grafica dell'azienda: in particolare, nel 1919, crea il logo, composto da una colonna ionica sormontata da un tondo che racchiude una figura stilizzata. Nello stesso 1919 è nuovamente a Firenze, dove realizza, in collaborazione con il fratello Ruggero, l'abito denominato "tuta", un capo d'abbigliamento semplice, lineare, pratico ed economico, certamente la più celebre fra le sue invenzioni. A questo periodo risale la collaborazione con la galleria fiorentina Cavalensi e Botti e la frequentazione della galleria-libreria di errante Gonnelli, centro di cultura e d'arte d'avanguardia a Firenze. Dopo il soggiorno negli Stati Uniti, dove si reca nell'estate del 1921 raggiungendo prima Boston e successivamente Cambridge (Massachusset), prosegue l'impegno professionale presso la stilista Vionnet: per la Maison parigina disegna abiti, sandali, ex libris, progetta statuette di carattere decorativo in terracotta dorata e argentata. Nel 1922 partecipa alla costituzione della Corporazione delle Arti Decorative a Firenze, istituita per volere del critico Mario Tinti allo scopo di favorire la collaborazione tra artisti e artigiani, e l'anno seguente partecipa alla I Esposizione internazionale d'arti decorative e industriali moderne di Monza. Nel 1925 vince il concorso nazionale di scenografia moderna indetto dall'Italica, l'ente nazionale per la diffusione della musica italiana all'estero, presentando scene per l'Aida realizzate con il fratello Ruggero. Nel 1927 partecipa alla III Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne di Monza e l'anno dopo viene prescelto dal "Gruppo nazionale fascista della paglia" come disegnatore di nuovi modelli di cappelli per uomo e donna. Nel maggio del 1929 viene presentato da Primo Conti, insieme a Franco Casavola e a Fedele Azari, a Filippo Tommaso Marinetti e in ottobre espone alla Mostra trentatré artisti futuristi, alla galleria Pesaro di Milano, entrando così a far parte del gruppo futurista. Risale al 1930 la collaborazione con la rivista "Oggi e domani", diretta da Mario Carli, che pubblicherà un suo articolo sulla moda, "Estetica nel vestire. Moda solare, moda futurista", seguito da un secondo intervento dal titolo "Vestire all'italiana". Nel 1931 con il fratello Ruggero elabora "Brevetto per Casolaria" e "Le case in serie", scritti in cui vengono palesate le loro idee in materia di architettura razionalista. Anche negli anni seguenti prosegue l'attività teorica: nel 1932 Thayaht sottoscrive con Ruggero il "Manifesto per la trasformazione dell'abbigliamento maschile" e nel 1935 progetta con l'amico Enrico Prampolini, un "Centro futurista e naturista di riposo e lavoro per artisti" a Marina di Pietrasanta. L'attività espositiva degli anni trenta è segnata dalla partecipazione alle più prestigiose rassegne d'arte nazionali ed internazionali. Viene apprezzato per le sue qualità di orafo e decoratore alla IV Esposizione triennale internazionale delle arti decorative e industriali moderne di Monza e alla Mostra internazionale dell'orafo, promossa nell'ambito della XVII Esposizione biennale internazionale d'arte di Venezia. Nel 1931 partecipa alla I Quadriennale nazionale d'arte di Roma e alla Mostra futurista di pittura, scultura, aeropittura, arti decorative di Firenze, da lui stesso organizzata in collaborazione con Antonio Marasco. Sue opere figurano nelle successive edizioni delle biennali veneziane del 1932, 1934 e 1936 e alla V e alla VI Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell'architettura di Milano. Ma Thayaht affronta anche situazioni critiche, che segneranno profondamente la sua vita artistica. L'esclusione dal gruppo degli artisti italiani alla V Mostra regionale di arte toscana, tenutasi a Firenze nel 1931, solleva le sue proteste, sentendosi egli "italiano, futurista e fiorentino". La vicenda rappresenta il primo di una serie di interventi mirati ad allontanare l'artista dalle rassegne espositive di questi anni. La situazione giuridica _ la condizione cioè di cittadino svizzero residente in Italia _ viene usata a pretesto per alcune di queste esclusioni, che riguardano più in generale un rapporto complesso e contraddittorio con lo stesso fascismo e con i suoi organi istituzionali. Dalla metà degli anni trenta si ritira nella residenza denominata Casa Gialla, collocata sulla riviera versiliese, a Tonfano, presso Marina di Pietrasanta. Qui approfondisce gli studi scientifici ed astronomici, un interesse coltivato negli anni attraverso la frequentazione dell'Osservatorio di Arcetri e che verrà coronato con l'istituzione, nell'ottobre del 1954, presso la sua residenza, del Cirnos, un centro per l'osservazione dei fenomeni spaziali. Nel corso degli anni quaranta, in concomitanza con l'inizio del riordino del proprio archivio, Thayaht si congeda progressivamente dalla scena artistica. Vive gli ultimi anni di vita a Fiumetto, in una casa sul lungomare, con l'amico Ettore Toto. La scomparsa della madre, cui era era particolarmente legato, gli eventi bellici e la caduta del fascismo, che nonostante le conflittualità di cui si è detto era stato visto da Thayaht come portatore di un radicale rinnovamento culturale oltre che politico, condurranno l'artista a uno stato di profonda prostrazione, ampiamente testimoniato negli appunti autografi degli ultimi anni. Thayaht si spegne a Marina di Pietrasanta il 29 aprile del 1959. E' sepolto nel Cimitero agli Allori di Firenze. E' figlio di Mary Florence Ibbotson e Karl Heinrich Michahelles e fratello di Cristina (Tita), Marco e Ruggero Alfredo (Ram), al quale è unito anche da un rapporto di natura professionale. Ha contatti con Filippo Tommaso Marinetti e la moglie Benedetta. Intreccia rapporti di amicizia con Ettore Toto, in servizio presso di lui ma legato a Thayaht da un affetto filiale, Fosco Maraini, Enrico Prampolini, Manlio Concogni e Bernardo Seeber, quest'ultimo marito della sorella Cristina. Significativo, da un punto di vista professionale, il legame con la stilista Madeline Vionnet.
 
Fonti e note alla scheda
La scheda è stata realizzata sulla base delle informazioni raccolte dalle seguenti fonti:
Fonti archivistiche:
Museo di arte moderna contemporanea di Trento e Rovereto, Fondo Thayaht (1885-1959; 1996)
Altre fonti:
www.thayht-ram.com
La casa gialla di Thayaht, estratto dalla Rubrica "Spazio cultura", a cura di L. Geriut, trasmessa da Tele Nuovi Orizzonti, 28 maggio 1997, VHS; Intervista a P. Manetti, amico di Thayaht a Marina di Pietrasanta, 1997, VHS
Bibliografia:
Per una bibliografia generale ed esaustiva sull'artista si veda Fonti, D. (a cura di) "Thayaht futurista irregolare", Milano, Skira, 2005, catalogo della mostra

Scheda compilata da Mirella Duci nell'anno 2006; aggiornata da Paola Pettenella nel 2015
 
Fondi archivistici
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Unità archivistiche
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