SOMENZI, Mino
 
Date e luoghi
1899 gennaio 19 - 1948 ottobre 19
Nato a Marcaria (Mn), morto a Roma. Le testimonianze biografiche dell'epoca indicano Somenzi impegnato nel gruppo futurista di Mantova fin dal 1913. Si presume dunque che egli abbia trascorso la propria infanzia e la prima adolescenza nella città natale, che abbandonò al momento della sua partenza per il fronte bellico nel 1915. Dal 1919 al 1920 lo si vede pienamente inserito nell'ambiente culturale dei legionari di Fiume e dunque si può presumere una certa stabilità di residenza nella città istriana. Dopo tale esperienza Somenzi si stabilisce a Milano. Alla fine del 1926 si trasferisce a Roma, città che resta negli anni a seguire sede principale della sua attività e sua residenza. Presta il servizio militare nel corso del secondo conflitto mondiale a Gaeta.
 
Note biografiche o storia istituzionale
Giornalista. Appassionato d'arte, scultore e pittore in gioventù, racconta nelle sue note autobiografiche di essere entrato in contatto con il futurismo già a partire dal 1913. Negli stessi anni inizia la sua collaborazione a riviste e pubblicazioni studentesche locali e nel 1917 pubblica su "Procellaria". I documenti d'archivio non forniscono cenni sulla sua frequenza di scuole superiori, ma indicano un suo autonomo impegno nello studio delle "belle arti" (ITA MART Som III 21). Nel 1915 parte come volontario al fronte arruolandosi nel Corpo volontari ciclisti e automobilisti della Divisione di Verona, nel Battaglione Negrotto, in cui erano confluiti molti futuristi milanesi. Ufficiale dei granatieri, diserta nel 1919 per partecipare, in prima fila, all'occupazione di Fiume al fianco di G. D'Annunzio, ottenendo la nomina di sottotenente del I Reggimento granatieri di Ronchi. A Fiume entra in contatto con l'ambiente culturale e politico estremista dei legionari, in particolare con l'Unione Yoga di G. Keller, inaugurando il primo e unico numero dei Quaderni della Yoga, "Il ballo di San Vito", da lui diretto. Nella città istriana collabora inoltre come giornalista all'organo di stampa dei legionari "Testa di ferro", diretto da M. Carli. Nell'ottobre del 1922 è incaricato direttamente da B. Mussolini di ricondurre i volontari fiumani nella sfera di influenza del movimento fascista. Nello stesso anno partecipa alla marcia su Roma. Stabilitosi a Milano, fonda e dirige nel 1923 l'Istituto fascista di propaganda nazionale, e - secondo le testimonianze d'archivio - è presidente nel 1924 dell'Istituto fascista di espansione economica italiana all'estero, di cui dirige l'organo di stampa "L'ora d'Italia"; negli stessi anni è pure presidente dell'Ente italiano artistico. A Milano, oltre ad avviare collaborazioni con varie testate giornalistiche, tra cui "L'Ambrosiano", inaugura e dirige i periodici "Barbapedana" e "Gente Nostra". Rinsalda inoltre il proprio rapporto con il movimento futurista, attivandosi nella sua propaganda: organizza e dirige le Onoranze a Marinetti e il I Congresso futurista, tenuti a Milano nel 1924. La sua personale conoscenza di Mussolini e D'Annunzio non gli risparmia attriti politici con le gerarchie fasciste milanesi che lo portano ad abbandonare la città e a trasferirsi alla fine del 1926 a Roma. Nella capitale continua il suo impegno a favore del futurismo: nel 1928 stende una prima bozza del Manifesto tecnico futurista sull'aeropittura e l'aeroscultura, le cui tematiche saranno riprese nel successivo Manifesto del 1931 di Marinetti; elabora il Manifesto sull'arte scenografica e nel 1934 compila con A. Mazzoni il Manifesto futurista dell'architettura aerea. Nel 1933 organizza a Roma, in Piazza Adriana, la Prima mostra nazionale d'arte futurista, tenuta nell'ottobre dello stesso anno, dopo aver presenziato alla precedente esposizione futurista di Mantova (maggio 1933) ed essere stato l'artefice morale della mostra, tenuta nel giugno dello stesso anno, alla Galleria Pesaro di Milano, in occasione delle Onoranze a Boccioni. Appassionato aviatore e membro del Reale aereo club d'Italia, collabora con riviste specializzate ("L'Aviazione") e come corrispondente in caso di eventi aeronautici o come esperto di volo per altri periodici (nel 1929 è redattore aeronautico per l'"Impero"; fino al 1932 si occupa di aviazione su "Oggi e domani" e su "Il Littoriale"). Pubblica "Aër", guida agli orari delle linee aeree italiane. Fonda e dirige il periodico "Futurismo - quindicinale (poi settimanale) dell'artecrazia italiana", organo di stampa del Futurismo, nella cui direzione e scelte editoriali si mantiene in costante rapporto con F.T. Marinetti. Il primo numero è pubblicato nel maggio del 1932 (affiancato nelle prime tre pubblicazioni dal supplemento interno "Artecrazia"); a partire dall'ottobre del 1933 esce "Sant'Elia", concepito come supplemento a "Futurismo", ma che di fatto lo sostituisce. Se in "Futurismo" avevano spazio tutte le forme d'arte, dalla pittura, alla scultura, all'architettura, alla musica, al teatro, fino alla moda e allo spettacolo, "Sant'Elia" si dedica prevalentemente all'architettura (dal 1934 Angiolo Mazzoni affiancò Somenzi nella direzione). Un anno più tardi, nell'ottobre 1934, il giornale cambia ancora titolo in "Artecrazia", tornando a qualificarsi come "periodico di tutte le arti". A partire dal luglio 1938 esce un nuovo supplemento al periodico dal titolo "Donnabella", "grande rivista di estetica e di eleganza", affidato nella direzione a Bruna Pestagalli, moglie di Somenzi. "Artecrazia" e "Donnabella" sono editi dalla casa editrice fondata da Somenzi A.R.T.E. (Arte romana tipografica editoriale). Nel gennaio del 1939 il giornale viene soppresso dal Regime, ormai avverso all'arte moderna, accusata di minare il senso della romanità e di esterofilia. Somenzi, rimasto disoccupato, riesce nel 1940, dopo accorati appelli - volti ad evidenziare la sua precoce ed attiva adesione al fascismo - ad ottenere l'incarico di Capo servizio stampa e propaganda dell'Opera nazionale dopolavoro. Nell'agosto 1945, apre l'agenzia di stampa "Minos", interessata all'ambito delle arti, della tecnica e degli avvenimenti. Figlio di Quintilio Amedeo Somenzi e di Emma Ferrari; il 20 marzo 1923 sposa a Milano Bruna Pestagalli, che adotterà in seguito lo pseudonimo di Brunas e condividerà con lui la passione per il volo e l'attività giornalistico-editoriale. Conosce personalmente G. D'Annunzio, vista la sua partecipazione in prima linea all'occupazione di Fiume; ha rapporti diretti con B. Mussolini. Fondamentale il suo rapporto con i maggiori esponenti del futurismo italiano, in particolare con F.T. Marinetti, ma anche con A. Mazzoni, F. Depero, Thayhat, Benedetta Marinetti e con i mantovani G. Cantarelli e A. Fiozzi. L'attività di giornalista lo pone in relazione con vari direttori di testate, scrittori e uomini politici, quali G. Comisso, M. Carli, G. Keller, E. Settimelli, U. Notari, G. Mattioli, I. Balbo.
 
Fonti e note alla scheda
La scheda è stata realizzata sulla base delle informazioni raccolte dalle seguenti fonti:
Fonti archivistiche:
Museo di arte moderna contemporanea di Trento e Rovereto, Fondo Mino (Stanislao) Somenzi (1900-1948; 1973)
Bibliografia:
Pettenella, P. "Somenzi Stanislao (Mino)". In: Godoli, E. (a cura di) "Il Dizionario del Futurismo". Firenze: Vallecchi, 2001. pp 1093-1097
Salaris, C. "Artecrazia". Firenze: La Nuova Italia, 1992
Salaris C., "Dizionario del futurismo". Roma: Editori Riuniti, 1996. p 175

La scheda è stata realizzata da Stefania Donati in data 6 giugno 2002.
 
Fondi archivistici
FONDO MINO SOMENZI >>