CARLI, Mario
 
Date e luoghi
1888 dicembre 30 - 1935 settembre 9
Nato a San Severo (FG), morto a Roma.
 
Note biografiche o storia istituzionale
Scrittore, giornalista, uomo politico. A Firenze, negli anni '10, Carli incontra Bruno e Arnaldo Ginanni Corradini, Emilio Settimelli, Remo Chiti, animatori di riviste post-simboliste, che lo avvicinano al futurismo, entrando a far parte della "pattuglia azzurra". Fa parte del gruppo fondatore de "L'Italia futurista" (1916-1918). Il gruppo anticipa certe tendenze del surrealismo: "un movimento che ha il suo atto di nascita nel 1924 (Manifesto di Breton), ma che Carli, Settimelli, Ginna, Corra, precorrono proprio per quel "lirico sonnambulismo", quel rifiuto della "inutile zavorra dei legamenti coordinatori" del discorso, quella propensione per la scrittura "automatica", "a ruota libera", in "flusso continuo", che Carli indica in apertura di Notti filtrate". Carli si lancia nel frattempo "in un incontenibile attivismo letterario e politico". prende parte alla Iª Guerra Mondiale, arruolandosi volontario nel 1917 fra gli arditi d'assalto. Ferito sul Piave nel giugno 1918, fonda con Marinetti l'organo del movimento politico futurista "Roma futurista" e pochi mesi dopo, con Ferruccio Vecchi, "L'Ardito" (1919-1921) . Diviene uno dei maggiori protagonisti dell'arditismo e della momentanea triade arditismo/futurismo/fascismo, e partecipa all'Impresa di Fiume. Direttore del giornale "Testa di Ferro" (1920-1921), organo di stampa dei legionari fiumani, vicino a posizioni anarcoidi e di sinistra, nel 1920 si stacca dal fascismo e promuove la fondazione degli Arditi del Popolo, organizzazione in aperto contrasto con le squadre d'azione. Carli torna tuttavia ad aderire al fascismo e dopo la Marcia su Roma dirige con l'amico Settimelli il quotidiano "L'Impero". Carli scrive numerose opere, tra cui il romanzo sperimentale Retroscena (del 1913, pubblicato nel 1915), memorie di guerra e dell'impresa fiumana (Noi Arditi, 1919; Addio, mia sigaretta, 1919; Con d'Annunzio a Fiume, 1920), che trae spunto dalla sua partecipazione alla celebre impresa dannunziana. Nel 1923 pubblica La mia divinità, formato da poemetti in prosa, tra cui spicca Notti filtrate, considerato un testo pre-surrealista di grande rilievo. Dopo il 1924 è ormai messo ai margini della politica attiva. Negli anni trenta abbraccia la carriera diplomatica e viene nominato console generale d'Italia a Porto Alegre (1932) e poi a Salonicco (1934-1935). Oltre che con i fratelli Ginanni Corradini, con Emilio Settimelli, con Remo Chiti, Carli collabora per "L'Italia futurista con Maria Ginanni, Irma Valeria, Antonio Bruno, Alberto Maurizio, Neri Nannetti, Raffaello Franchi e Ugo Tommei, e con i pittori Primo Conti e Rosa Rosà, illustratrice di alcuni lavori di Corra e di Carli. Nel primo dopoguerra compie le principali azioni politiche con Ferruccio Vecchi, Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele D'Annunzio. Il 21 luglio 1923 sposa Maria Gristina (Paternò, 30 maggio 1902-Roma, 20 gennaio 1983), dalla quale avrà 2 figli: Gloria (2 agosto 1924) e Massimo (Roma, 8 marzo 1926 -ivi, 27 settembre 2006).
 
Fonti e note alla scheda
"Antologia Vieusseux", fasc. XXXIXXL, luglio-dicembre 1975; Giuliani, F., Il poeta futurista Mario Carli, Edizioni Ro.Ma, Foggia 1991; Giuliani, F., Mario Carli, in Gli anni del Futurismo in Puglia 1909/1944, a cura di G. Appella, Adda, Bari 1998, pp. 149-170; Piscopo, U., Carli Mario, in Il Dizionario del Futurismo, a cura di E. Godoli, Vallecchi _ Mart, Firenze 2001, I vol., pp. 212-214
 
Fondi archivistici
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