Piombanti Ammannati, Giuseppe, San Lorenzo a Colline, Impruneta, 1898 - Firenze, 1996
 
Date e luoghi
1898 marzo 15 - 1996 agosto 26
Studia e lavora a Firenze fino alla metà degli anni '30 del XX secolo; nel 1936 viene trasferito a Grottaglie, in provincia di Taranto; fra il 1940 e il 1941 è trasferito a Penne, in Abruzzo e nel 1941 a Urbino, dove in prevalenza risiede fino al 1968; dal 1969 al 1996 risiede a Grassina, nel comune di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze
 
Note biografiche o storia istituzionale
Giuseppe Piombanti Ammannati nasce a San Lorenzo a Colline, oggi comune di Impruneta, nella campagna attorno alla città di Firenze. Nel 1911 si iscrive alla Scuola professionale per le Arti Decorative di Firenze, detta anche scuola di Santa Croce. La città è di grande stimolo per il giovane alunno che si impegna a fondo ricevendo, per il merito dimostrato, numerosi premi e borse di studio. Ancora studente, Piombanti è apprendista in diverse botteghe di arti decorative e si esercita nell'arte della pittura su ceramica per la manifattura Florentia Ars. Si diploma nel 1920; dopo i corsi magistrali ottiene l'abilitazione all'insegnamento e nel 1924 gli viene assegnata la cattedra di Disegno ornamentale e geometrico e di Decorazione applicata alla ceramica presso la Regia Scuola per l'Arte Ceramica 'Richard Ginori' di Sesto Fiorentino, di cui sarà direttore. Tra gli anni '20 e '30 Piombanti esegue lavori di decorazione murale, sia per una sala comunale di Grassina (1927), sia per la Casa del Balilla di Pistoia (1929) sia infine per la Casa del Fascio di Settignano (1931). Parallelamente Piombanti si dedica con profitto alla ceramica artistica e alla grafica pubblicitaria; per quanto riguarda la ceramica, entra in contatto col Museo di Faenza. Nel 1928 vince il premio nazionale per il cartellone pubblicitario con il manifesto per la Mostra del giardino italiano di Vicenza; altro suo cartellone di successo sarà quello per il Maggio Musicale Fiorentino del 1933. L'artista aveva iniziato ad esporre a partire dal 1931, inserendosi nel collettivo del Sindacato fascista Belle Arti, e nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano riscuotendo un certo successo. Nel 1934 organizza la sua prima personale a Palazzo Corsini a Firenze, dove espone numerosi pezzi di pittura e ceramica artistica: da allora la carriera esposzitiva proseguirà nei decenni. Il 1934 è anche l'anno in cui è nominato direttore presso la scuola 'Richard Ginori', ma nel 1936 viene destituito e trasferito alla Regia Scuola d'Arte Ceramica 'Vincenzo Calò' di Grottaglie, in provincia di Taranto. I motivi del trasferimento non sono del tutto chiari, ma questo fatto segna pesantemente la sua carriera. A Grottaglie risiede brevemente, e adducendo motivi di salute torna in Toscana, a Grassina, nel comune di Bagno a Ripoli. Nella cittadina pugliese, nota per la tradizionale produzione ceramica intesse però rapporti profondi; presso la bottega ceramica dei Vestita Piombanti esegue opere molto significative per la sua arte, come quelle legate al mito di Pomezia, relativo alla bonifica fascista. Successivamente Piombanti viene trasferito alla Scuola d'arte di Penne, in Abruzzo (1940), e poi alla Scuola d'arte di Urbino (1941) dove è chiamato a ricoprire la cattedra di Disegno geometrico, ornamentale, plastica ed elementi di prospettiva. In entrambe le sedi gli vengono imputate numerose assenze ingiustificate e affronta controversie - legate anche a una retrocessione di grado subita in seguito al ritiro della tessera del Partito Fascista - che porteranno a sospensioni dal servizio (in particolare fra il 1946 e il 1950). Riammesso all'insegnamento, trascorre a Urbino una ventina d'anni, fino al pensionamento avvenuto nel 1968, quando torna a Grassina. Nel dopoguerra Piombanti abbandona la produzione di ceramica artistica, ma continua la sua eclettica ricerca nella produzione pittorica e nel disegno, così come approfondisce le tecniche dell'incisione a bulino e la xilografia. E' impegnato anche, a più riprese, nelle decorazioni del Cimitero della Misericardia all'Antella. Si dedica inoltre con piacere alla scrittura in prosa e alla poesia. Negli anni Settanta e Ottanta non interrompe l'attività espositiva, che anzi porta avanti con passione nonostante i problemi fisici. Negli ultimi anni di vita Piombanti si trova in una condizione di isolamento e di precarietà economica: anche se la sua produzione ceramica viene in parte valorizzata, è un artista dimenticato. Giuseppe Piombanti Ammannati muore a Firenze nel 1996 all'età di 98 anni.
 
Fondi archivistici
FONDO GIUSEPPE PIOMBANTI AMMANNATI >>