Plattner, Karl, Malles (BZ), 13 febbraio 1919 - Milano, 8 dicembre 1986
 
Date e luoghi
1919 febbraio 13 - 1986 dicembre 8
Nato a Malles (BZ), morto a Milano. Negli anni tra il 1934 e il 1938 è a Bressanone (BZ) per imparare la professione di imbianchino-verniciatore e nel 1938-1940 come apprendista di Fasal. Durante la seconda guerra mondiale (1940-45) è con l'esercito germanico a Klagenfurt, in Norvegia, a Graz, in Italia, e come prigioniero degli americani a Livorno. Per frequentare le accademie d'arte è nel 1943 a Berlino, nel 1946-47 a Firenze, nel 1948-49 a Milano, nel 1949 a Parigi. Fra il 1949 e il 1952 vive e lavora a Milano e Firenze, mentre realizza lavori pubblici in Val Venosta. Nel 1952 si trasferisce in Brasile dove vive a Rio de Janeiro e a San Paolo, e ne settembre nasce la primogenita Anna Silvia. Nel 1954-55 vive a Gries (Bolzano) e a Parigi, dove nasce nel luglio 1955 la secondogenita Patrizia. Nel 1955-58 ritorna in Brasile a San Paolo. Tra il 1959 e il 1964 vive tra Bolzano e Milano (via Cesariano 6 e dal 1960 ca. in Piazza Borromeo 8), ma nel 1962 vive per un periodo a Tourettes-sur-Loup nel Sud della Francia. Dal 1964 risiede a Milano trasferendosi, intorno al 1973, in via S. Maria Fulcorina 17. Dal 1978 si trasferisce in Francia, prima a Parigi e poi dal 1980 a Cipières (dipartimento delle Alpi Marittime nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra) ma con frequenti soggiorni a Parigi, a Milano ed a Burgusio (BZ).
 
Note biografiche o storia istituzionale
Nasce a Malles, in Val Venosta, da una famiglia di modeste origini. Anche a causa della precoce perdita del padre, stabilisce un rapporto intenso con la madre, cui sarà sempre fortemente legato. Fin da bambino mostra predisposizione al disegno e alla pittura, e terminata la scuola dell'obbligo, nel 1934, viene mandato a bottega dall'imbianchino del paese e poi a Bressanone, dove incontra il professore dell'accademia di Vienna Anton Sebastian Fasal: nel 1938 Plattner assiste Fasal durante l'esecuzione di alcuni affreschi a Selva di Val Gardena, Bressanone e a Trento, acquisendo le basi della tecnica dell'affresco. Nel 1939 l'apprendistato di Plattner è interrotto dalle vicende belliche: il pittore viene mandato a Chieti, nell'esercito italiano, e poi in Norvegia, dove resta ferito. Nel 1943 durante sei mesi di congedo militare frequenta la Staatliche Hochschule für Bildende Künste a Berlino; successivamente trascorre un periodo di prigionia a Livorno, determinante per la sua scelta di dedicarsi all'arte. Alla fine del 1945 infatti Plattner, tornato in Val Venosta, organizza la sua prima mostra nel municipio di Silandro, ottenendo un buon successo di vendite che gli consente di spostarsi a Firenze per frequentare l'Accademia, tra il 1946 e il 1947: fondamentale è l'incontro diretto con i capolavori di Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, ma presto sente l'esigenza di trasferirsi nell'ambiente vivace e stimolante della città di Milano, e nel 1947 si iscrive all'accademia di Brera. Allievo di Aldo Carpi, instaura un forte legame con i compagni Leonardo Cremonini e Anselmo Francesconi. Spinto dalla necessità di sempre maggiori spunti professionali, concorre per una borsa di studio per la Spagna, ottenendo le lettere di presentazione di Aldo Carpi, Leonardo Borgese, Marco Valsecchi. Il Ministero degli Esteri respinge la sua richiesta, ma il pittore riesce a trascorrere nel 1949 un periodo di studio a Parigi, dove frequenta l'Accademia de La Grande Chaumière e i corsi di André Lhote. A Parigi conosce inoltre Marie Josephe Texier, che sposerà nel dicembre 1951 e dalla quale avrà le due figlie Anna Sylvia e Patrizia. Tra il 1947 e il 1948 realizza gli affreschi per le chiese di Montechiaro e di Prato allo Stelvio, e per la centrale idroelettrica di Malles, lavori accomunati da uno stile ancora tradizionale che risente dell'influenza di Albin Egger-Lienz e Ferdinand Hodler. Nei lavori del 1950-1951 il pittore si distacca dal suo stile iniziale in favore di tratti più sintetici e geometrizzanti, come si vede negli affreschi realizzati per la cappelle dei Caduti di Malles e di Naturno, e per il magazzino della frutta a Silandro. Gli affreschi di Malles e Naturno, una Deposizione e una Pietà, suscitano polemiche da parte della popolazione e della committenza religiosa, a causa della modernità del linguaggio, di impianto cubista: in queste opere si definisce infatti quella tensione fondamentale nella produzione plattneriana, tra figurazione e astrazione, profondità e bidimensionalità, pittura e grafica. I destinatari degli affreschi sono però insofferenti verso questa scelta espressiva, che secolarizza in qualche modo il soggetto sacro annullando la distanza creata tipicamente dalla tradizione pittorica, e calando l'evento nella prospettiva terrena: il dipinto di Naturno nel 1952 viene addirittura deturpato da ignoti, e rimane per anni occultato dietro una parete di legno. L'opera verrà in seguito restaurata dopo una lunga contesa con l'amministrazione locale. All'inizio del 1952 Plattner coglie l'opportunità di trasferirsi in Brasile, affascinato dall'idea di vivere in un mondo ancora arcaico e contadino che si sta trasformando improvvisamente in società industriale: per due anni con la moglie Marie Jo risiede a Rio de Janeiro e poi a San Paolo, dove il pittore ottiene un discreto successo di pubblico e stampa in seguito alla sua prima mostra tenuta al Museo d'arte moderna nel settembre del 1952. Plattner si fermerà in Brasile per un totale di 4 anni, durante due soggiorni durati dal 1952 al 1954 e dal 1956 al 1958: in questi anni ottiene importanti commissioni per decorazioni murali caratterizzate da un alto grado di astrazione (pannelli per la Casa Bancária General do Comércio , 1953, per la sede del giornale "Folha de S. Paulo", 1956, per l'ufficio dell'Air France a San Paolo, 1958), partecipa nel 1954 alla Biennale de arte moderna di San Paolo e nello stesso anno alla Biennale di Venezia, nella sala del Brasile. Nella primavera del 1954 l'artista rientra temporaneamente in Europa dove ha vinto il concorso bandito dalla giunta provinciale di Bolzano per la decorazione della sala delle sedute del Palazzo consiliare, importante riconoscimento che il pittore porta a termine con difficoltà: Plattner non è soddisfatto della prima versione realizzata nell'estate del 1954, e la distrugge. Si trasferisce a Parigi, dove lavora a nuovi cartoni che verranno trasposti su muro nell'estate successiva. Dopo l'inaugurazione dell'affresco nell'ottobre del 1955, la famiglia Plattner torna in Brasile. Nel 1958 l'artista ritiene conclusa l'esperienza paulista, e rientra definitivamente in Europa, in Sudtirolo, dove riceve importanti commissioni: nel 1959-1960 realizza un pannello con una Pietà per la chiesa di Alsago, accolto dalla committenza con freddezza per la combinazione di astrazione lineare e scabrezza, tragicità del racconto; nel 1960-1961 affresca la Festspielhaus di Salisburgo, illustrando la storia della città e il ruolo avuto in essa dall'istituzione vescovile; nel 1963-1964 affresca la cappella dell'Europabrücke con il ciclo sull'Europa, complesso capolavoro con riferimenti allegorici che spaziano dalla Bibbia al mito classico, comprendendo un'autocitazione nelle vesti di artefice e un omaggio al mondo dei lavoratori; nel 1965 dipinge per la compagnia di assicurazione Austria AG di Vienna il trittico La giostra della vita, metafora della vanità e dell'inconsistenza del vivere. È l'ultimo lavoro pubblico di grande formato di Plattner, che si limiterà in seguito a dipinti su tavola o grafiche di carattere più intimistico. Fra la metà degli anni Cinquanta e la metà dei Sessanta tiene numerose mostre personali in Italia e all'estero (Galerie de Seine a Parigi, Myrtle Todes a Chicago, Galerie Gurlitt e Neue Münchner Galerie a Monaco di Baviera) e vince diversi premi, tra cui il Premio Suzzara nel 1964. Nel 1961 si traferisce con la famiglia nel sud della Francia, a Tourettes sur Loup, ma il fallimento della banca brasiliana dove aveva depositato i risparmi lo riporta a l'anno successivo a Milano. Qui, su interessamento dell'architetto Luciano Baldessari, espone nel 1963 in una personale alla Galleria del Milione. A partire dagli anni Sessanta è chiamato a partecipare a sempre più numerose esposizioni personali o collettive, di pittura o di grafica, come la Biennale di Milano nel 1969 e nel 1972 o la Quadriennale di Roma nel 1972. Nel 1977 il pesante clima degli anni di piombo spinge di nuovo Plattner a lasciare Milano per tornare in Francia: prima a Parigi, dove l'artista prepara la mostra personale tenuta alla Galerie Odermatt nel 1981, e poi a Cipières, in Provenza, dove ritrova un paesaggio che gli ricorda quello amato dell'alta Val Venosta. I Plattner ristrutturano qui un vecchio edificio, nel 1979-1980, adibendolo ad abitazione e atelier. In questi anni Plattner si allontanerà da Parigi e Cipières per soggiorni estivi in Val Venosta o per impegni espositivi: prosegue il rapporto avviato nel 1965 con la Galleria Goethe di Bolzano, dove si tengono diverse sue mostre personali, compresa la sua ultima mostra del 1985; si segnalano inoltre l'importante antologica allestita nel 1977 a Castel Mareccio a Bolzano (con testo in catalogo di Mario De Micheli, che si era già occupato di lui in altre occasioni come la collettiva del 1970 "Arte Contro") e "Arte e mondo contadino" a Torino nel 1982.
 
Fonti e note alla scheda
Fonti archivistiche
Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, "Fondo Karl Plattner" (cfr. in particolare le interviste in Pla.2.3.1 e Pla.3.1)

Bibliografia
P. Regorda (a cura di), "Il carteggio Cremonini-Plattner nell'Archivio del '900 del Mart" e "karl Plattner. Biografia" in D. Ferrari (a cura di), "Leonardo Cremonini e Karl Plattner. I pittori della solitudine", Mart, Rovereto 2021, pp. 103-130 e 138-141.
Belli, G. (a cura di), "Karl Plattner. Das graphische Werk - L' opera grafica", Tappeiner, Bolzano 1999.
A. Hapkemeyer, "I lavori pubblici di Karl Plattner" e I. Sega, "Pannelli murali e affreschi di Karl Plattner", in "Karl Plattner. Die öffentlichen Arbeiten/ Le opere pubbliche", catalogo della mostra (Bolzano, Museion, 28 novembre 1996-15 febbraio 1997), a cura di P. L. Siena, A. Hapkemeyer, Museo d'arte moderna e contemporanea, Bolzano 1996, pp. 17-26 e 171-179.
I. Sega, "Karl Plattner, la vita" in "Karl Plattner. Capolavori", catalogo della mostra (Rovereto, Mart, Archivio del ’900, 12 dicembre 1996-23 febbraio 1997), a cura di G. Belli, P. Weiermair, Tappeneir, Lana 1996, pp. 119-125.
P. L. Siena, "In ricordo di Karl Plattner" in "Il Cristallo. Rassegna di vari umanità", a. XXXVIII n.3, dicembre 1996
"Karl Plattner. Opera grafica" (cat. della mostra, Milano, Galleria d'arte Cafiso, 3 maggio-3 giugno 1991), Milano, 1991 (contiene trad. it di intervista a Plattner di W. Pfaundler in “Das Fenster”, nn. 34/35, 1984).
A. Berzuini "K. Plattner. Il fascino di una pittura aspra, inquieta, insolita", documentario realizzato per la sede RAI di Bolzano e trasmesso il 17 dicembre 1981.
"Karl Plattner : ein Querschnitt durch seine Werke" (cat. della mostra antologica, Bolzano, Castel Mareccio, 1977), Bolzano, Athesia, 1977
Solmi, F., "Karl Plattner", Bologna, 1972

La scheda è stata compilata da Antonella D'Alessandri in data 15 ottobre 2002 e aggiornata da Patrizia Regorda nel 2023.
 
Fondi archivistici
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